non riescono a quantificare tale aspetto; però in qualcosa credono. L'uomo non potrebbe vivere senza credere in qualcosa: che sia un essere di luce, che sia un essere poco noto, non importa; per natura ha bisogno di credere in una essenza indefinita "più grande di lui". Da tale istinto (di credere in qualcosa) nasce la speranza; fiducia da riporre nel proprio cuore, se non in un Dio o in un essere perfettissimo. L'ateo non crede in qualcosa di sovrumano, ma non può sottrarsi all'amore, infatti anch'egli s'innamora; e credendo nell'amore, indirettamente crede in Dio, che è amore.
Io sono l'uomo che divenne donna,
io sono il caos che divenne ordine,
io sono la bontà che divenne cattiveria,
io sono il cielo che divenne terra,
io sono il fuoco che divenne acqua,
io sono la spada che divenne fiore,
io sono tutto che divenne nulla,
io sono il regalo che divenne il dispetto,
io sono la vita eterna e la morte,
io sono il dolore che divenne solievo...
io sono... l'Amore.
Anonimo
Uno, due, tre.
conta
respira
trattieniti
lascia la tua bocca chiusa
sei stanco
rabbia
evapora
follia attendi
non voglio nulla
più nulla
sono caduto, sto a terra
non so se mi rialzerò
sono stanco
ho bisogno della quiete
pace
silenzio
non ho voglia di sentire problemi
non ho voglia di sentire persone
non ho voglia di sentire cazzate
voglio ascoltare la mia mente
il mio respiro
cambio
non ne posso più
mi lascio andare
fra non molto,
cara follia
ti vengo a trovare.
Diego Banterle
Fotografia della folla
Nella foto della folla
la mia testa è la quarta dal bordo
o forse la settima da sinistra
o la ventesima dal basso;
la mia testa non so quale,
non più una, non più unica,
già simile alle simili,
né femminile, né maschile;
i segni che lei mi manda
non sono affatto particolari;
forse lo Spirito del Tempo
la vede, però non la guarda;
la mia testa statistica,
che consuma acciaio e cavi
tranquillamente, globalmente;
è qualunque e non si vergogna,
è scambiale, e non si dispera;
è come se non l'avessi fatto
a parte, a modo mio;
è come se si scavasse un cimitero
pieno di crani anonimi
di buona conservabilità
nonostante la mortalità;
come se lei già fosse là,
la mia testa d'altri, di chiunque -
dove, se qualcosa ricorda,
è il suo avvenire profondo.
Wislawa Szymborska
Io sono l'uomo che divenne donna,
io sono il caos che divenne ordine,
io sono la bontà che divenne cattiveria,
io sono il cielo che divenne terra,
io sono il fuoco che divenne acqua,
io sono la spada che divenne fiore,
io sono tutto che divenne nulla,
io sono il regalo che divenne il dispetto,
io sono la vita eterna e la morte,
io sono il dolore che divenne solievo...
io sono... l'Amore.
Anonimo
Uno, due, tre.
conta
respira
trattieniti
lascia la tua bocca chiusa
sei stanco
rabbia
evapora
follia attendi
non voglio nulla
più nulla
sono caduto, sto a terra
non so se mi rialzerò
sono stanco
ho bisogno della quiete
pace
silenzio
non ho voglia di sentire problemi
non ho voglia di sentire persone
non ho voglia di sentire cazzate
voglio ascoltare la mia mente
il mio respiro
cambio
non ne posso più
mi lascio andare
fra non molto,
cara follia
ti vengo a trovare.
Diego Banterle
Fotografia della folla
Nella foto della folla
la mia testa è la quarta dal bordo
o forse la settima da sinistra
o la ventesima dal basso;
la mia testa non so quale,
non più una, non più unica,
già simile alle simili,
né femminile, né maschile;
i segni che lei mi manda
non sono affatto particolari;
forse lo Spirito del Tempo
la vede, però non la guarda;
la mia testa statistica,
che consuma acciaio e cavi
tranquillamente, globalmente;
è qualunque e non si vergogna,
è scambiale, e non si dispera;
è come se non l'avessi fatto
a parte, a modo mio;
è come se si scavasse un cimitero
pieno di crani anonimi
di buona conservabilità
nonostante la mortalità;
come se lei già fosse là,
la mia testa d'altri, di chiunque -
dove, se qualcosa ricorda,
è il suo avvenire profondo.
Wislawa Szymborska