ci sarà chi lo userà, lo maltratterà e chi lo ferirà. Proteggilo. Proteggiti.
Quando non rispondo non è sempre perché non so cosa dire, anzi... lo saprei e anche bene. Quando non do risposta molto spesso non è una questione di maleducazione anzi... in modo molto educato vi "risparmio" la risposta. Evitando di dirvi ciò che dovrebbe essere chiaro e limpido. In tutta franchezza, credo che il "silenzio" in alcuni casi, si spiega talmente bene, che le parole non sarebbero all'altezza!
Quanto ti ho aspettato "tempo giusto"? Forse troppo. Ti ho aspettato così a lungo che credo mi sei passato sotto il naso con le migliori occasioni e io non ti ho visto, perché ho perso parte di quella lucidità che mi caratterizzava. Quella lucidità che l'attesa dell'impossibile toglie.
Niente in contrario sull'attimo da cogliere, sul godersi il momento e vivere il presente, senza pensare necessariamente a quello che sarà, ma se il tutto racchiude le cose che mi fanno stare bene, allora esse sono già parte di me e non posso fare a meno di portarle tra le speranze del mio futuro.
Tra i suoni e le pause della vita arpeggiano pensieri, musica del presente in un crescendo di sogni.
Lontani, ma stretti in un abbraccio d'amore, rubando alla notte una stella per sognare.
Ho tutto pieno il bicchiere del corpo e aspetto che l'anima sia sorseggiata.
Il perdono non lo nego a nessuno ma la fiducia non si recupera più.
Attimi di silenzio
Ci sono alcune cose che non si esprimono a parole,
sapresti esprimere la gioia del primo sorriso di un bambino?
L'attimo tremendo che scandisce l'inizio e la fine di un amore?
Sapresti esprimere il terrore della bestia braccata?
O il dolore della donna costretta a dormire insieme al marito sul quale sente l'odore di un'altra?
Sapresti esprimere gli attimi di volo del suicida lanciatosi dal palazzo?
E come,
di grazia,
se non con lo stupito grido,
o meglio,
col silenzio?
Giovanni Schettino
Quando non rispondo non è sempre perché non so cosa dire, anzi... lo saprei e anche bene. Quando non do risposta molto spesso non è una questione di maleducazione anzi... in modo molto educato vi "risparmio" la risposta. Evitando di dirvi ciò che dovrebbe essere chiaro e limpido. In tutta franchezza, credo che il "silenzio" in alcuni casi, si spiega talmente bene, che le parole non sarebbero all'altezza!
Quanto ti ho aspettato "tempo giusto"? Forse troppo. Ti ho aspettato così a lungo che credo mi sei passato sotto il naso con le migliori occasioni e io non ti ho visto, perché ho perso parte di quella lucidità che mi caratterizzava. Quella lucidità che l'attesa dell'impossibile toglie.
Niente in contrario sull'attimo da cogliere, sul godersi il momento e vivere il presente, senza pensare necessariamente a quello che sarà, ma se il tutto racchiude le cose che mi fanno stare bene, allora esse sono già parte di me e non posso fare a meno di portarle tra le speranze del mio futuro.
Tra i suoni e le pause della vita arpeggiano pensieri, musica del presente in un crescendo di sogni.
Lontani, ma stretti in un abbraccio d'amore, rubando alla notte una stella per sognare.
Ho tutto pieno il bicchiere del corpo e aspetto che l'anima sia sorseggiata.
Il perdono non lo nego a nessuno ma la fiducia non si recupera più.
Attimi di silenzio
Ci sono alcune cose che non si esprimono a parole,
sapresti esprimere la gioia del primo sorriso di un bambino?
L'attimo tremendo che scandisce l'inizio e la fine di un amore?
Sapresti esprimere il terrore della bestia braccata?
O il dolore della donna costretta a dormire insieme al marito sul quale sente l'odore di un'altra?
Sapresti esprimere gli attimi di volo del suicida lanciatosi dal palazzo?
E come,
di grazia,
se non con lo stupito grido,
o meglio,
col silenzio?
Giovanni Schettino