l'andirivieni delle onde dei pensieri, naufraga tra lo sciabordio dei moti dell'anima. La primavera è una stagione dello spirito, oltre che della natura, una propensione caratteriale, uno stile di vita, la vela d'albero di maestra che ci governa. Approdare sull'isola della "propria" primavera svelerà che è possibile vivere senza mai farsi travolgere da cicloni, uragani e maremoti. Essa renderà possibile superare ogni tempesta e continuare la navigazione sotto la bandiera del sorriso.
Sei il mio abbraccio perfetto. Profumi di vita, la nostra.
Io so di essere. Per questo non ho bisogno di apparire.
Mi parla il mare con i suoi respiri
con battiti di sillabe sugli occhi,
sfiorando quasi sottovoce il cuore.
Ti ritrovo pensiero tra i pensieri,
come tesoro riemerso dall'anima,
e sei bacio di sogno sulle labbra.
Un bacio è un vivido crogiolo
dove accogliere e donarsi
si fondono in armonica fluida danza
su note profumate d'amor.
La mia vita è un teatro
ed io sono il palcoscenico
quando il sipario si chiuderà
gli applausi non saranno miei
ma per chi mi ha calpestato
per me solo tarli, e tanti chiodi fissi.
Sono illusioni in volo
in balìa dell'infinito
- sfiorate da un fragile silenzio.
Come bisbigli d'attese
scivolati nell'aria della sera
- effimeri nodi al frastuono del tempo.
E poi arriva quel "basta"
e restituisci così
le conchiglie al mare,
le stelle al cielo
ed il cuore alle cose
che non servono più.
Mi avete rubato le scarpe
ma io non giro più scalza
come facevo una volta.
Ho ritrovato le mie, fra centinaia
di calzature scomode,
le ho scelte con smania di vendetta
e mi ritrovo a camminare
veloce e lenta, ancorata alla terra.
Mi sento vivere attraverso gli alberi
e trovo rifugio in questa terra lontana.
Mi sono dipinta
in chiaroscuro
su sfondi d'inedia esistenziale
Vestita di perle
ed io
guscio d'ostrica sigillato
chiusa fuori
aperta dentro
in attesa
di ciò che mi penetri ancora
tra la durezza inscalfibile
l'avorio pregiato
ed il salmastro
dell'umido mare interiore
ché m'ha resa bagnata di peccato
ché così è ogni mia memoria
nello scandalo
della caduta e del vizio
nel traviamento e nel crimine
nello storto e nel lascivo.
Mariella Buscemi
Sei il mio abbraccio perfetto. Profumi di vita, la nostra.
Io so di essere. Per questo non ho bisogno di apparire.
Mi parla il mare con i suoi respiri
con battiti di sillabe sugli occhi,
sfiorando quasi sottovoce il cuore.
Ti ritrovo pensiero tra i pensieri,
come tesoro riemerso dall'anima,
e sei bacio di sogno sulle labbra.
Un bacio è un vivido crogiolo
dove accogliere e donarsi
si fondono in armonica fluida danza
su note profumate d'amor.
La mia vita è un teatro
ed io sono il palcoscenico
quando il sipario si chiuderà
gli applausi non saranno miei
ma per chi mi ha calpestato
per me solo tarli, e tanti chiodi fissi.
Sono illusioni in volo
in balìa dell'infinito
- sfiorate da un fragile silenzio.
Come bisbigli d'attese
scivolati nell'aria della sera
- effimeri nodi al frastuono del tempo.
E poi arriva quel "basta"
e restituisci così
le conchiglie al mare,
le stelle al cielo
ed il cuore alle cose
che non servono più.
Mi avete rubato le scarpe
ma io non giro più scalza
come facevo una volta.
Ho ritrovato le mie, fra centinaia
di calzature scomode,
le ho scelte con smania di vendetta
e mi ritrovo a camminare
veloce e lenta, ancorata alla terra.
Mi sento vivere attraverso gli alberi
e trovo rifugio in questa terra lontana.
Mi sono dipinta
in chiaroscuro
su sfondi d'inedia esistenziale
Vestita di perle
ed io
guscio d'ostrica sigillato
chiusa fuori
aperta dentro
in attesa
di ciò che mi penetri ancora
tra la durezza inscalfibile
l'avorio pregiato
ed il salmastro
dell'umido mare interiore
ché m'ha resa bagnata di peccato
ché così è ogni mia memoria
nello scandalo
della caduta e del vizio
nel traviamento e nel crimine
nello storto e nel lascivo.
Mariella Buscemi