ridicoli ancora esistono e si trovano ovunque. Sono dei vigliacchi che se la prendono con i più deboli e indifesi, seguitandoli e ammazzandogli o facendoli prigioni. Insomma, sono tipo un cancro maligno per i loro popoli e per tutta l'umanità.
Jean-Paul Malfatti
Andavo a scuola,
scendeva la neve quando
avevo gli occhi limpidi per guardarla,
avevo cinque anni e passavo all'angolo della mia casa,
e incontravo sempre un povero signore,
poteva avere settant'anni.
Lo aiutai per andare da qualche parte...
quando un giorno lo trovai morto, vicino a una palazzina azzurro chiaro, mi misi a piangere.
Tornai a casa e sentii dei rumori di passi silenziosi
e dei rumori con coltelli e forchette.
Bussai alla porta e non rispose nessuno, la seconda si aprì da sola... e incontrai morta la povera signora Gelsomini, la moglie del signore morto. Feci un passo indietro e vidi una porta con una scritta "Ucciderò tutti quelli di cognome Gelsomini!".
Pensai che magari il signore morto gli avesse rubato qualcosa e infatti trovai una chiave dorata che apriva una porta dove c'era un tesoro.
Scappai dalla paura, ma lasciai un biglietto con scritto "ritornerò famiglia Gelsomini".
E ritornai.
Telefonai alla polizia e lo feci mettere in galera,
ma gli spiriti in quella casa Gelsomini tornarono a governarla
e nessuno osò più disturbarla.
Viola Santoro
Jean-Paul Malfatti
Andavo a scuola,
scendeva la neve quando
avevo gli occhi limpidi per guardarla,
avevo cinque anni e passavo all'angolo della mia casa,
e incontravo sempre un povero signore,
poteva avere settant'anni.
Lo aiutai per andare da qualche parte...
quando un giorno lo trovai morto, vicino a una palazzina azzurro chiaro, mi misi a piangere.
Tornai a casa e sentii dei rumori di passi silenziosi
e dei rumori con coltelli e forchette.
Bussai alla porta e non rispose nessuno, la seconda si aprì da sola... e incontrai morta la povera signora Gelsomini, la moglie del signore morto. Feci un passo indietro e vidi una porta con una scritta "Ucciderò tutti quelli di cognome Gelsomini!".
Pensai che magari il signore morto gli avesse rubato qualcosa e infatti trovai una chiave dorata che apriva una porta dove c'era un tesoro.
Scappai dalla paura, ma lasciai un biglietto con scritto "ritornerò famiglia Gelsomini".
E ritornai.
Telefonai alla polizia e lo feci mettere in galera,
ma gli spiriti in quella casa Gelsomini tornarono a governarla
e nessuno osò più disturbarla.
Viola Santoro