cuore, ti stringono con la mente e ti giungono con l'anima.
(Non)comprendo
Sento desolazione e vuoto
Eppure sono così piena
Satolla di cibo ed emozioni
Ma sono vuota
Vuota di ogni cosa
E gli occhi si chiudono pesanti
Insorabilmente
Aspetto lentamente
Orfeo si è perso
E mi dispero lentamente
E lentamente muoio.
Dove siamo in realtà? Sembra una domanda assurda, ma mi è capitato di pensarci spesso. Credo che rimuovendo i rumori e i suoni che ci circondano, tra le infinite parole che sono sempre presenti, anche quando non ci sono attorno, mettendo da parte la vergogna, i pregiudizi, la paura di essere giudicati, anche e soprattutto da noi stessi, nel più assoluto silenzio, ascoltando solo il profondo delle nostre emozioni, è lì che ci troviamo. Nascosti da una fitta coltre protettiva che ci identifica, ma non ci rappresenta. È un esercizio che ogni tanto andrebbe fatto, magari insegnato anche a scuola: trovare se stessi, la persona con cui sicuramente trascorreremo tutta l'esistenza. O forse mi sbaglio. Magari quella protezione fa sempre parte di noi stessi, come una "seconda pelle". Certo è che quando andiamo oltre quella barriera fatta di convenzione possiamo scoprire cose fantastiche su noi stessi. Essere sinceri con il proprio io. Questo è un ottimo auspicio.
Marco Narcisi
Lo trovarono che camminava lungo l'autostrada
tutto rosso
sul davanti
aveva preso un barattolo arrugginito
e si era tagliato l'organo
sessuale
come a dire:
visto cosa mi avete
combinato? Tanto vale che vi prendiate
il resto.
E un pezzo lo mise
in una tasca
un pezzo
in un'altra
e fu così che lo trovarono,
mentre
tirava di lungo.
Lo affidarono
ai dottori
che cercarono
di ricucirgli
i pezzi
ma i pezzi stavano
benissimo
così
com'erano.
Io penso certe volte a tutta la gran
figa
abbandonata
ai mostri
della terra.
Forse era la sua protesta
contro questo
o la sua protesta
contro
tutto.
Una Marcia alla Libertà
fatta da un uomo solo
che non ha mai trovato posto
tra
le critiche dei concerti
e le classifiche
del baseball.
Dio, o qualcuno,
lo
benedica.
Charles Bukowski
(Non)comprendo
Sento desolazione e vuoto
Eppure sono così piena
Satolla di cibo ed emozioni
Ma sono vuota
Vuota di ogni cosa
E gli occhi si chiudono pesanti
Insorabilmente
Aspetto lentamente
Orfeo si è perso
E mi dispero lentamente
E lentamente muoio.
Dove siamo in realtà? Sembra una domanda assurda, ma mi è capitato di pensarci spesso. Credo che rimuovendo i rumori e i suoni che ci circondano, tra le infinite parole che sono sempre presenti, anche quando non ci sono attorno, mettendo da parte la vergogna, i pregiudizi, la paura di essere giudicati, anche e soprattutto da noi stessi, nel più assoluto silenzio, ascoltando solo il profondo delle nostre emozioni, è lì che ci troviamo. Nascosti da una fitta coltre protettiva che ci identifica, ma non ci rappresenta. È un esercizio che ogni tanto andrebbe fatto, magari insegnato anche a scuola: trovare se stessi, la persona con cui sicuramente trascorreremo tutta l'esistenza. O forse mi sbaglio. Magari quella protezione fa sempre parte di noi stessi, come una "seconda pelle". Certo è che quando andiamo oltre quella barriera fatta di convenzione possiamo scoprire cose fantastiche su noi stessi. Essere sinceri con il proprio io. Questo è un ottimo auspicio.
Marco Narcisi
Lo trovarono che camminava lungo l'autostrada
tutto rosso
sul davanti
aveva preso un barattolo arrugginito
e si era tagliato l'organo
sessuale
come a dire:
visto cosa mi avete
combinato? Tanto vale che vi prendiate
il resto.
E un pezzo lo mise
in una tasca
un pezzo
in un'altra
e fu così che lo trovarono,
mentre
tirava di lungo.
Lo affidarono
ai dottori
che cercarono
di ricucirgli
i pezzi
ma i pezzi stavano
benissimo
così
com'erano.
Io penso certe volte a tutta la gran
figa
abbandonata
ai mostri
della terra.
Forse era la sua protesta
contro questo
o la sua protesta
contro
tutto.
Una Marcia alla Libertà
fatta da un uomo solo
che non ha mai trovato posto
tra
le critiche dei concerti
e le classifiche
del baseball.
Dio, o qualcuno,
lo
benedica.
Charles Bukowski