tutto infiocchettato con un sorriso. Le persone ci regalano il loro mal di vivere, una muta e discreta richiesta di aiuto e noi non siamo capaci di capirlo, di apprezzare che se ce la porgono è perché si fidano di noi... ci dà anzi, quasi fastidio. Tanto da preferire di non capire o far finta di non aver colto, meglio mostrare indifferenza, tralasciare i particolari che tanto prima o poi un brutto momento passa, no?
È sempre il cuore a scegliere con chi restare.
Avrei voluto mostrarti le mie ferite, ma tu le stavi già curando.
Avrei voluto regalarti i miei sorrisi, ma ne eri tu la causa.
Avrei voluto darti le mie lettere, ma già ti appartenevano.
Avrei voluto donarti la mia vita, ma la mia vita era già tua.
Avrei voluto quel bacio che sa di storia, senza sapere che tu eri già eternità.
Pensieri di te –
quei passi nella mente
impronte sul mio cuore.
A notte fonda
una civetta stride
- scruto nel buio.
Stanotte l'amerai.
Con lo sguardo,
la respirerai nella passione
fino ad arrivare al suo cuore.
E li leggerai quel nome e non sorriderai.
Perché non è il mio.
Niente scalda più del sole, di un abbraccio d'amore, del tuo sorriso.
La musica che sa di divino, solo gli angeli possono fartela sentire.
Una ferita al cuore non avrà mai cicatrici. Sanguinerà per sempre e solo chi l'ha procurata la può guarire.
La storia
Ci hai donato
il giorno, gli occhi,
i ponti di parole
tra terra e terra,
le mani, le braccia,
le tue gambe, immagini
dei tuoi passi
sulle mie strade.
Sulla riva del fiume
una chitarra suona.
Non ci hai donato
la notte, le labbra,
i ponti di baci
tra abisso e abisso,
tra corpo e corpo
la curva dei tuoi seni,
i passi delle mie mani
sulle tue strade.
Sulla riva del fiume
il vento le risponde.
A volte
la carezza del giorno
si chiude con le palpebre
della notte e diventa
un desiderio sulla mia pelle
Sulla riva del fiume
la luna canta
una canzone d'amore.
A volte
il desiderio della notte
si apre con le mani
del giorno e diventa
una carezza sulla tua pelle
Sulla riva del fiume
il sole ha trovato
un'impronta di baci
sull'erba della notte.
Maurizio Garro
È sempre il cuore a scegliere con chi restare.
Avrei voluto mostrarti le mie ferite, ma tu le stavi già curando.
Avrei voluto regalarti i miei sorrisi, ma ne eri tu la causa.
Avrei voluto darti le mie lettere, ma già ti appartenevano.
Avrei voluto donarti la mia vita, ma la mia vita era già tua.
Avrei voluto quel bacio che sa di storia, senza sapere che tu eri già eternità.
Pensieri di te –
quei passi nella mente
impronte sul mio cuore.
A notte fonda
una civetta stride
- scruto nel buio.
Stanotte l'amerai.
Con lo sguardo,
la respirerai nella passione
fino ad arrivare al suo cuore.
E li leggerai quel nome e non sorriderai.
Perché non è il mio.
Niente scalda più del sole, di un abbraccio d'amore, del tuo sorriso.
La musica che sa di divino, solo gli angeli possono fartela sentire.
Una ferita al cuore non avrà mai cicatrici. Sanguinerà per sempre e solo chi l'ha procurata la può guarire.
La storia
Ci hai donato
il giorno, gli occhi,
i ponti di parole
tra terra e terra,
le mani, le braccia,
le tue gambe, immagini
dei tuoi passi
sulle mie strade.
Sulla riva del fiume
una chitarra suona.
Non ci hai donato
la notte, le labbra,
i ponti di baci
tra abisso e abisso,
tra corpo e corpo
la curva dei tuoi seni,
i passi delle mie mani
sulle tue strade.
Sulla riva del fiume
il vento le risponde.
A volte
la carezza del giorno
si chiude con le palpebre
della notte e diventa
un desiderio sulla mia pelle
Sulla riva del fiume
la luna canta
una canzone d'amore.
A volte
il desiderio della notte
si apre con le mani
del giorno e diventa
una carezza sulla tua pelle
Sulla riva del fiume
il sole ha trovato
un'impronta di baci
sull'erba della notte.
Maurizio Garro