ne arriva una in particolare che la senti speciale che ti arriva nell'anima, che ti entra nel cuore.
Vorrei rincorrerti, sorridere ed abbracciarti tanto da finire per rotolarci a terra. E scoppiare a piangere, che le tue lacrime sono fottutamente mie.
Ma per davvero, invece era solo un sogno.
A volte non ce la faccio.
Anno nuovo
Tic... tac... tic... tac...
Udite il ticchettio del tempo,
che passa eguale,
e a passo a passo avanza nell’infinito,
che i preti chiamano Paradiso,
è l'eterno firmamento luminoso,
o L'inferno,
è il fuoco diabolico nelle tenebre.
Vorrei rallentarlo, e tardare l'incerto futuro,
e ancor non oltrepassare il margine rosso
dell’ultimo crepuscolo, e sparire nella notte
senza luminose stelle.
Un altro anno sta andando nel passato,
mentre il presente si briga nel futuro,
il nuovo anno misterioso è imprevedibile,
e tutto può accadere, e nulla può succedere,
finire a metà, o trascorrere intensamente
con desideri e sogni avverati.
Vivo il presente sonnambula,
non sono né nel passato, né nel futuro,
ma nell'illusione del presente
che svanisce nel passare tempo.
La vita è un viaggio assai breve,
tra la nascita e la morte
e nel mezzo al cammino
c'è la esasperata ricerca della felicità, e serenità,
che si perde nel passato
e il futuro diventa presente,
che duole del passato,
e teme del domani.
E ancora...ancora
tic...tac ...tic... tac...
fanno rumore i passi delle ore,
lasciamo camminare,
il destino lo sa,
quando fermare.
Klara Erzsebet Bujtor
IL sentiero
Le gialle lingue
ondeggiano all'aria
e gli acri fumi
chiudon le gole.
Lo schioppettio
E lo sfavillar del legno
richiama lo sparviero
E il cinquettar del passero.
Dell'alito del vento... il soffio
ch'ogni momento bramo
E... che mai le nude foglie mosse;
chino alle fronde il ramo
che la corteccia antica scosse.
S'ode nel tempo il canto
del servo e condottiero;
S'ode il lamento santo
che sgrana e urla al sentiero.
Nascosto all'ombreggiar del castagno
appoggiato sul costone
M'appari... dai fianchi snelli
mio soffice paesino d'arte antica...
ma rigonfio di caldi E teneri umori.
Innanzi a me il mio passo
sembra indurre la mia mente
A vagheggiar...
nell'assolate scintiforme.
Lento il sentiero
al paese m'avvicina;
E un fraticello...
dall'invecchiato e prensile cordone,
S'accosta all'uscio della chiesa.
Intorno agli alati
"rintocca" la campana
E la visione...
nella mia mente s'allontana!
Francesco Passeretti
Vorrei rincorrerti, sorridere ed abbracciarti tanto da finire per rotolarci a terra. E scoppiare a piangere, che le tue lacrime sono fottutamente mie.
Ma per davvero, invece era solo un sogno.
A volte non ce la faccio.
Anno nuovo
Tic... tac... tic... tac...
Udite il ticchettio del tempo,
che passa eguale,
e a passo a passo avanza nell’infinito,
che i preti chiamano Paradiso,
è l'eterno firmamento luminoso,
o L'inferno,
è il fuoco diabolico nelle tenebre.
Vorrei rallentarlo, e tardare l'incerto futuro,
e ancor non oltrepassare il margine rosso
dell’ultimo crepuscolo, e sparire nella notte
senza luminose stelle.
Un altro anno sta andando nel passato,
mentre il presente si briga nel futuro,
il nuovo anno misterioso è imprevedibile,
e tutto può accadere, e nulla può succedere,
finire a metà, o trascorrere intensamente
con desideri e sogni avverati.
Vivo il presente sonnambula,
non sono né nel passato, né nel futuro,
ma nell'illusione del presente
che svanisce nel passare tempo.
La vita è un viaggio assai breve,
tra la nascita e la morte
e nel mezzo al cammino
c'è la esasperata ricerca della felicità, e serenità,
che si perde nel passato
e il futuro diventa presente,
che duole del passato,
e teme del domani.
E ancora...ancora
tic...tac ...tic... tac...
fanno rumore i passi delle ore,
lasciamo camminare,
il destino lo sa,
quando fermare.
Klara Erzsebet Bujtor
IL sentiero
Le gialle lingue
ondeggiano all'aria
e gli acri fumi
chiudon le gole.
Lo schioppettio
E lo sfavillar del legno
richiama lo sparviero
E il cinquettar del passero.
Dell'alito del vento... il soffio
ch'ogni momento bramo
E... che mai le nude foglie mosse;
chino alle fronde il ramo
che la corteccia antica scosse.
S'ode nel tempo il canto
del servo e condottiero;
S'ode il lamento santo
che sgrana e urla al sentiero.
Nascosto all'ombreggiar del castagno
appoggiato sul costone
M'appari... dai fianchi snelli
mio soffice paesino d'arte antica...
ma rigonfio di caldi E teneri umori.
Innanzi a me il mio passo
sembra indurre la mia mente
A vagheggiar...
nell'assolate scintiforme.
Lento il sentiero
al paese m'avvicina;
E un fraticello...
dall'invecchiato e prensile cordone,
S'accosta all'uscio della chiesa.
Intorno agli alati
"rintocca" la campana
E la visione...
nella mia mente s'allontana!
Francesco Passeretti