darla vinta a chi ci vuole far cadere nel pozzo della disperazione. Sii guerriero, altrimenti cadrai nelle grinfie della malvagità.
Portami via
accendi questa pazzia,
ma fallo adesso,
non sono solo
una notte di sesso,
che vuoi che sia!
Solo un'altra poesia,
come una magia
prima che svanisca tutto
tu... portami via.
Chi sei tu?
Nel letto di dolore, tra spasmi e sofferenze,
immobile e preda inerme d'un fato atroce,
ti chiedi cos'hai fatto per meritare un simile castigo.
In questa tua esistenza, forse hai errato troppe volte,
oppur sei qui a scontar pene per tue vite vissute,
in altro tempo e in altro spazio, di cui non hai ricordo.
Una folle realtà ti vuole disarmato e senza scudo di difesa,
affinché la vita, vile carceriera,
ti releghi in questo corpo sì stanco e martoriato,
privo di alcun libero arbitrio per gridare basta,
dacché la voce manca
e gli occhi chiusi o fissi non possono parlare.
Muto e inerte, pari incosciente, in quel triste sudario,
forse lo sei, o forse sei tra noi,
presente ed impotente a farti udire,
da noi che, limitati, non sappiamo percepire
l'urlo straziante che irrompe in te e, lì, muore.
Chi sei tu, adesso?
Pensi, riflettendo la tua immagine come in uno specchio,
piangendo su te stesso e su quell'amaro, mortal destino.
Ti senti affievolire come flebile fiammella sul punto di smorzarsi.
La vita ti ha deluso e incarcerato in quest'insana spoglia,
il cui spirito pretende d'esser libero di scegliere
se continuar a vivere, se vita si può dire,
o librarsi in volo per divenire anima immortale,
in una dimensione astratta e congeniale
ad apportare aiuto ad altri nel tuo stato
e a custodire chi abbisogna di conforto,
libero, uscito da quel corpo che non sentivi tuo,
pianto da chi non sa che or ora sei felice.
Iris Vignola
Il mio amore non è un fiore
Il mio amore non è un fiore.
È un sentimento che non muore.
Non può appassire ma sfiorire.
Porta i segni del tempo
o del tradimento.
Il mio amore un terreno fertile vuole.
Non aiuole.
Ha mille colori e abbraccia le mie passioni.
È infinito ma non eterno.
Va coltivato e protetto.
È un amore.
Solo questo!
Francesca Genna
Portami via
accendi questa pazzia,
ma fallo adesso,
non sono solo
una notte di sesso,
che vuoi che sia!
Solo un'altra poesia,
come una magia
prima che svanisca tutto
tu... portami via.
Chi sei tu?
Nel letto di dolore, tra spasmi e sofferenze,
immobile e preda inerme d'un fato atroce,
ti chiedi cos'hai fatto per meritare un simile castigo.
In questa tua esistenza, forse hai errato troppe volte,
oppur sei qui a scontar pene per tue vite vissute,
in altro tempo e in altro spazio, di cui non hai ricordo.
Una folle realtà ti vuole disarmato e senza scudo di difesa,
affinché la vita, vile carceriera,
ti releghi in questo corpo sì stanco e martoriato,
privo di alcun libero arbitrio per gridare basta,
dacché la voce manca
e gli occhi chiusi o fissi non possono parlare.
Muto e inerte, pari incosciente, in quel triste sudario,
forse lo sei, o forse sei tra noi,
presente ed impotente a farti udire,
da noi che, limitati, non sappiamo percepire
l'urlo straziante che irrompe in te e, lì, muore.
Chi sei tu, adesso?
Pensi, riflettendo la tua immagine come in uno specchio,
piangendo su te stesso e su quell'amaro, mortal destino.
Ti senti affievolire come flebile fiammella sul punto di smorzarsi.
La vita ti ha deluso e incarcerato in quest'insana spoglia,
il cui spirito pretende d'esser libero di scegliere
se continuar a vivere, se vita si può dire,
o librarsi in volo per divenire anima immortale,
in una dimensione astratta e congeniale
ad apportare aiuto ad altri nel tuo stato
e a custodire chi abbisogna di conforto,
libero, uscito da quel corpo che non sentivi tuo,
pianto da chi non sa che or ora sei felice.
Iris Vignola
Il mio amore non è un fiore
Il mio amore non è un fiore.
È un sentimento che non muore.
Non può appassire ma sfiorire.
Porta i segni del tempo
o del tradimento.
Il mio amore un terreno fertile vuole.
Non aiuole.
Ha mille colori e abbraccia le mie passioni.
È infinito ma non eterno.
Va coltivato e protetto.
È un amore.
Solo questo!
Francesca Genna